Con questo numero di pizzofalcone, ha inizio una breve rubrica dedicata ad “appunti di viaggio”, ripresi e conservati per noi da chi ha qualcosa da raccontare, non solo dal mondo, ma ancor più, quando alcuni incantevoli piccoli luoghi della nostra penisola, meno conosciuti delle città d’arte o dei centri alpini e marittimi per le vacanze, ma talmente belli, che fanno esclamare a chi li ha visitati.
QUANTO E’ BELLA L’ITALIA!
di Lucio Martinelli
IL LAGO D’ORTA
In occasione delle maggiori festività o con l’avvicinarsi delle vacanze estive, tutti i media puntualmente, ogni anno, divulgano il “calcolo statistico” di quanti milioni di italiani si recheranno all’estero.
Quanti “gioielli nostrani” ignoriamo e trascuriamo!
Da noi italiani, forse, ma non gli stranieri che arrivano sempre informati sul Bel Paese. Per questi motivi, mi è venuta la “voglia” di raccontare e descrivere agli amici di pizzofalcone alcuni posti bellissimi, visitati di persona, a cominciare da un lago che amo moltissimo perché sulle sue sponde mi sono sposato, tanti anni fa, con una fanciulla di Omegna: il lago d’Orta, poco noto forse ma molto apprezzato dai turisti stranieri, che sono i veri estimatori delle nostre bellezze naturali e del nostro patrimonio artistico.
La riva sinistra del Po, che si estende fino ai piedi delle Alpi, accoglie, senza dubbio, la serie più pittoresca e affascinante dei laghi italiani, che Stendhal giudicava i più belli del mondo. Bacini lacustri dal clima dolcissimo, con i paesi che li costeggiano ricchi di borghi antichi, di sontuose ville e di alberghi con magnifici giardini profumati, tutti ambienti naturali che racchiudono anche stupende e raffinate testimonianze del passato, il cui insieme offre un memorabile soggiorno a chi vi si reca.
Il più occidentale di questi laghi e quello d’Orta, detto anche Cusio, un incantevole lago prealpino situato a 290 m. sul livello del mare, in una posizione geografica ridente, specie nel suo centro e nella parte meridionale, entrambe strette da una serie di ameni e verdi colli tondeggianti, mentre a settentrione è chiuso da una ripida valle alpina.
Il bacino ha una superficie di 18,2 kmq, una lunghezza di oltre 13 chilometri, una larghezza di 2,5 km e una profondità massima di 143 m..
Una serie di agglomerati urbani, ville, villaggi e cittadine, alcune protese sull’acqua altre addossate alle colline, lo cingono tutto intorno, accrescendo notevolmente il suo fascino. I monti del Mergozzolo, dai quali spicca il Mottarone, dalla forma a “panettone”, dalla cui cima si possono vedere altri cinque laghi lombardi: Maggiore, Varese, Mergozzo, Comabbio e Monate. Questa cerniera montuosa lo separa a levante dal lago Maggiore e a ponente dalla Valsesia. Il Mottarone, a partire dagli anni trenta del secolo scorso, è un rinomato e attrezzato centro sciistico. Le sue amene pendici, ambita meta turistica estiva e invernale, sono “rivendicate” sia gli abitanti del Cusio (lago d’Orta) sia da quelli del Verbano (lago Maggiore).
La prima caratteristica del lago d’Orta è che non ha immissari, salvo qualche torrentello che discende dalle montagne, ricchi di acque soprattutto allo sciogliersi delle nevi. Alcune volte, quando la caduta nevosa è stata abbondante, o per effetto di piogge intense e prolungate, l’inconsueto apporto liquido ha fatto tracimare il lago in più di una occasione. Dal suo bacino, viceversa, esce un emissario permanente, il Nigoglia, che versa le sue acque nel fiume Toce che è l’immissario settentrionale del lago Maggiore.
Panoramica del lago d’Orta. E’ visibile l’isola di S. Giulio
Veduta aerea del lago d’Orta, con sullo sfondo il lago Maggiore
La configurazione generale, ben visibile nelle foto, è quella di una lunga e stretta fenditura analoga a quella degli altri laghi prealpini. Le rive, specialmente quelle settentrionali, sono quasi sempre ripide, ma di facile approdo in ogni punto.
Nella parte centrale, dove il lago ha la massima larghezza, dalla riva orientale si protende una penisola sulla quale sorge Orta, un incantevole paese con tante cose belle da vedere, dominato dal Sacro Monte, che fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti prealpini esistenti in Piemonte e in Lombardia, patrimoni dell’umanità. Si tratta di complessi artistico-religiosi, sorti a partire dal XVI secolo, all’epoca della “controriforma”, principalmente per contrastare il dilagare del luteranesimo nelle valli alpine.
Cappella di S. Francesco Una cappella nel parco
Il complesso è dedicato a S. Francesco d’Assisi, con 21 cappelle, con annesso un convento cappuccino e un giardino lussureggiante dal quale si gode, oltre a una vista eccezionale sul lago, una pace e una serenità indescrivibili. E’ un luogo da non perdere, così come la visita di Orta, detta la piccola città degli artisti, con il “broletto” (il palazzo della comunità), la bella chiesa di S. Maria Assunta e tante affascinanti stradine medievali.
Orta dal Lago La chiesa di S. Maria Assunta
Di fronte a Orta, a non più di 400 m., su uno scoglio pittoresco sorge la bellisima isola di S. Giulio, soprannominata “l’isola del silenzio”. Quando le sue stradine sono percorse dai turisti, le guide impongono il rispetto per il luogo evitando il chiasso e la confusione. Nel complesso di edifici spicca il palazzo del Seminario e la monumentale basilica ove riposa il corpo dell’evangelizzatore S. Giulio. La si raggiunge in pochi minuti dall’imbarcadero di Orta e la sua visita è una tappa obbligata, il cui ricordo sarà indimenticabile.
L’isola ha una forma quasi ovale e misura 275 m. di lunghezza e 140 m. di larghezza, con una superficie di 30.000 mq..
L’isola di S. Giulio, difronte alla cittadina di Orta
L’isola di S. Giulio al tramonto
Ma non sono soltanto le particolari caratteristiche della sua posizione geografica che rendono questo lago un vero gioiello, conosciuto soprattutto da svizzeri, inglesi, olandesi, tedeschi e austriaci. Sono le sue rive verdeggianti, la splendida isoletta di S. Giulio, gli abitati ricchi di vestigia storiche e i suoi dintorni dai panorami mozzafiato e, perché no, anche per la cucina ricca di piatti tipici da veri gourmet, da assaporare in tanti attraenti e caratteristici ristoranti e alberghi un po’ ovunque.
Il lago d’Orta bagna a nord la città di Omegna, il centro più importante, i paesi di Borca, Crabbia, Pettenasco, Carcegna, Orta, Legro, Imolo a est; di Buccione a sud e di Pascolo, Lagna, Alzo, Pella, Ronco, Oira, Brolo e Bagnella ad ovest, tutti degni di essere visitati in quanto suggestivi e interessanti.
Due cartoline di Omegna dei primi del novecento. La riva con le sue tipiche barche
Il ponte sul Nigoglia, il Palazzo Pretorio con l’orologio e le lavandaie sulla riva.
Omegna era importante anche nei tempi remoti. Lo testimonia il borgo antico con vestigia romane e medievali. La sua modernizzazione è avvenuta nella seconda metà del 1800, mediante la costruzione di importanti impianti industriali, grandi e piccoli, che l’hanno subito messa ai primi posti nella produzione nazionale.
Nella elettrificazione e nel trasporto su rotaia è stata all’avanguardia.
Uno scorcio della città di Omegna oggi, estesa su due rive.
All’imbocco del Nigoglia non ci sono più le “lavanderine” ma le chiuse per regolare la portata d’acqua del lago, sovrastate dal vecchio palazzo “Pretorio” sede del Municipio.
Cartolina del 1906
Oggi i vaporetti, ingentiliti da tendoni a strisce, partono dall’imbarcadero di piazza Solera per raggiungere l’isola di S. Giulio e le altre ridenti località rivierasche. Le snelle barche da lago, di manzoniana memoria, si dondolano agili, insieme alle piccole barchette trasportabili che molti residenti tengono per recarsi di casa in casa quando il lago tracima, per effetto di una alluvione, invadendo strade e piazze.
Sebbene situato in territorio piemontese, quasi interamente nel circondario di Novara (una piccola parte appartiene a quello di Pallanza), da un punto di vista geografico viene considerato un lago lombardo, poiché fa parte del bacino idrografico del lago Maggiore, con il quale comunica attraverso un emissario, il Nigoglia, che versa le sue acque nel torrente Strona che, a sua volta le getta nel fiume Toce, affluente del lago Maggiore.
Maggio e giugno, settembre e ottobre, sono i mesi migliori nei quali il soggiorno o semplicemente la visita del lago è senza dubbio più attraente. Ed è una visita che raccomando anche a chi ama la pesca, il nuoto o una rilassante veleggiata lungo le rive. Da qualche anno, dopo una energica campagna di depurazione, le acque del lago sono tornate ad ospitare una grande varietà di fauna ittica (trote, alborelle, lucci, cavedani, pesce persico, bottatrici, tinche, ecc.) e di palmipedi (cigni, oche, papere ecc.) che nuotano vicino alle rive, in attesa di un “boccone” da parte dei visitatori.
Il lago d’Orta è ricco di storia lontana e recente, così come è, da circa un secolo, il centro di una infinità di piccole e grandi industrie metallurgiche e manifatturiere: Lagostina, Bialetti, Girmi, Calderoni sono, ad esempio, alcuni dei nomi più conosciuti.
E’ veramente bello il lago d’Orta così come affascinanti sono i suoi dintorni Credetemi sulla parola, cari amici di pizzofalcone e, se potete, andate a vederlo!
Ne vale la pena.