pizzofalcone 2019 n.11
NO BOOK NO FACEBOOK
La Libreria Acqua Alta si trova a Venezia, nella Calle Lunga Santa Maria Formosa. Dove chissà, l’acqua alta è arrivata altissima anche lì.
Come certamente è arrivata altissima nella Scuola, affondando gli strumenti essenziali della conoscenza che proviene dalla lettura dei primi testi scolastici e poi quelli della conoscenza più approfondita della divulgazione, che costituiscono i presupposti fondamentali della diffusione della conoscenza.
Della cultura in parole povere.
Cultura, parola facile a dirsi ma difficile a rappresentare. E a diffondere.
Nel nostro mondo, oggi, frenetico e moltiplicatore di notizie e di immagini e di sovrapposizioni incontrollate di idee e di parole è impossibile, o quasi, da consolidare.
Nei mestieri del “fare le cose”, non quelli del “dire come si fanno le cose”, i libri sembrano obsoleti.
Cambia il principio della formazione. La trasmissione della conoscenza è “diretta”, singola, “uno a uno”. Diciamo da trainer ad allievo. Mestiere che sta diventando indispensabile, più specialistico del famoso “apprendistato” che tante generazioni di studenti delle scuole professionali ha soddisfatto. Così si dice. Oppure da quello delle botteghe artigiane che sono state commutate nel Co-Co-Co per semplificare le assunzioni nel mondo del lavoro, in specie fra i giovani.
Ma la Storia non è apprendistato. Non è Co-Co-Co. Bisogna leggere.
Non solo scrivere nei media internettali di Facebook, di Istagram e dei Whatsapp.
Siamo testimoni di un passaggio che non si sa se sia intermedio o definitivo verso un mondo che già corre più della luce.
Lo testimoniano i pezzi di questa edizione.
“I GIOVANI E IL MENTORING”, che parla del riconoscimento dell’attività di Mentoring fra i giovani, tra l’altro giovani allievi di una Scuola Militare, la Teulié di Milano.
E ancora il richiamo alla memoria che sembra essere annebbiata dal tempo ma che invece ripropone le relazioni fra politica e istituzioni, relazioni che sembrano assenti e di cui in molti reclamano la necessità della loro presenza.
“IL CALDO SUOL DI TRIPOLI”, di Nunzio Seminara, rappresenta sinteticamente lunghi percorsi che politica e Istituzioni governavano complesse vicende internazionali non molto tempo fa, quando alla geopolitica della parole faceva contrappeso la politica dei fatti.
Quindi, i capitoli “3-4-5” di CAMPANIA FELIX, di Mimmo D’Angelo, nella enfasi di una ironia letteraria forniscono un quadro crudo della nostra società, dove la mistificazione dell’assenza delle Istituzioni é invece contraddetta, come tantissime volte avviene, dalla realtà del quotidiano, quasi sempre non svelato.
la R.