UN EROE DELLA CIVILTA’
DI PIZZOFALCONE
di Nunzio Seminara
Il 26 gennaio, il giorno prima di quando si celebrava in tutta Italia “il giorno della memoria”, le prime truppe vincitrici dell’ultimo conflitto mondiale aprirono le finestre del mondo allo sconcerto della devastazione delle dignità di uomini nei recinti dei “campi di lavoro” che non solo ad Auschwitz e Dachau e in altre locallità macchiate dalle tragedie che ancora affliggono “l’ira dei giusti”.
Fra queste, Wietzendorf , nella bassa Sassonia.
Il giorno prima, a Rieti, come riportato da una edizione della stampa locale, il questore Maria Luisa Di Lorenzo ha parlato di Filippo Palieri, già Capo di Gabinetto della Questura di Rieti che, nei terribili anni dell’occupazione tedesca in Italia, si impegnò per salvare dalla deportazione molti cittadini reatini, fino alla sua cattura da parte dei nazisti e quindi, deportato in Germania, fu torturato fino all’estremo sacrificio del silenzio.,
Morì, quel giovane “poliziotto”, il 13 aprile del 1945, in quel “campo di avviamento al lavoro”, fra stenti e vessazioni. Come tantissimi di quei deportati. Visse le ultime ore con nomi ben più noti, come l’attore Gianrico Tedeschi e lo scrittore Giovannino Guareschi, inventore della epopea letteraria di “Peppone e Don Camillo”, esaltata dalle produzioni cinematografiche di Gino Cervi e Fernandel.
Quei “campi” dove ancora echeggia, per noi posteri, il motto in “Nascita della tragedia” del giovane Nietzsche, “Meglio non esser mai nati”.
Il “pezzo” giornalistico reatino, nel descrivere la vita di Filippo Palieri, cita la sua frequentazione giovanile a Pizzofalcone, da Allievo della Nunziatella. Era il 18 novembre del 1926, quando il giovane Filippo salì a Monte di Dio per entrare nella prestigiosa Scuola Militare di Napoli.
Dove gli fu insegnato il senso del dovere e dell’amicizia. E del cameratismo.
“Missione” nella vita fino al suo ultimo respiro.
Dopo quegli anni vissuti respirando l’aria delle passioni napoletane, “si laureò in Giurisprudenza a Roma nel 1933 ed entrò nella Polizia in giovane età, percorrendo una rapida carriera che lo portò a diventare il Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, assumendone la responsabilità a causa dell’assenza per malattia del suo superiore gerarchico”.
Fu internato per aver insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile per aver nascosto o di aver preavvisato circa 300 reatini che erano nelle liste di quei “volontari”, loro malgrado, alle “missioni di lavoro fuori area”.
Quante storie di tragedie che illuminano la nobiltà degli Uomini. Un ennesimo valore che si forgiò lì, sul Pizzofalcone di Napoli, e qui, a pizzofalcone.it, non possiamo non ricordare e affiancare tanta gloriosa cronaca nella vita del “Rosso Maniero”, che tante volte riproponiamo a chi ci legge.
Nel dopoguerra, a metà strada verso il villaggio di Becklingen, nei pressi di Wietzendorf, venne costruito un cimitero di guerra per quei martiri, dove riposa Filippo. E ci guarda ancora.
Decreto del Presidente della Repubblica del 10 marzo 2004,
assegnazione della Medaglia d’Oro al Merito Civile a
Filippo Palieri (Cerignola, 22 maggio 1911 – Wietzendorf, 13 aprile 1945)
Motivazione:
Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, evidenziando eccezionale slancio altruistico e sprezzo del pericolo, riusciva a tenere nascosti agli occupanti tedeschi i nominativi degli artigiani reatini, evitando in tal modo la loro deportazione in campi di lavoro. Dopo aver informato personalmente i propri concittadini del pericolo, veniva scoperto dai nazisti e, arrestato, deportato nel lager di Wietzendorf dove periva a causa degli stenti e delle torture patite. Fulgido esempio di straordinarie virtù civiche e generoso altruismo spinte sino all’estremo sacrificio. 13 aprile 1945 – Wietzendorf (Germania)
n.s.