BUSTO ARSIZIO
AMONTEECHIA
il cambio di passo culturale e operativo a Pizzofalcone
OVVERO
dal sapere al saper fare
di Nunzio Seminara
DAL SAPERE………..
Riaprono le scuole. Riprende la bagarre sugli incarichi, sulle supplenze, sui libri scolastici. Ricominciano i dibattiti sui programmi. A volte è per cercare maggiori iscrizioni. A volte è per vantare successi ottenuti.
Da qualche anno, per le scuole superiori, è in voga “l’allineamento” ai cicli scolastici europei, che durano quattro anni, si studia con maggiore impegno tutti i giorni, sabato compreso, per raggiungere il minimo di 35 ore settimanali. Il diploma si ottiene con un anno di anticipo e perciò l’inserimento nel mondo del lavoro comincia prima. Ma comincia anche prima la possibilità di iscriversi in corsi universitari.
I vantaggi sono parecchi. Questo ciclo di studi, detto del “baccalaureato”, disciplina anche la formazione dei docenti e del direttore didattico, il “Counselor”, che sovrintende a tutte le attività didattiche.
Questa nuova formula è in vigore da qualche anno negli Istituti privati. Ma da qualche anno comincia ad essere adottata anche dagli istituti statali. Dicono che sia un ciclo sperimentale. Ma il proliferare di questa tipologia di insegnamento è più che sperimentale. Cioè, funziona.
L’ultima notizia viene dall’Istituto Tecnico TOSI, a Busto Arsizio, dalle parti di Varese. La formula ri–propagandata è “viaggi, dibattiti, stage”, ricetta che fa colpo e che attrae nuove iscrizioni. Ma l’Istituto Tosi era stato già menzionato insieme ad un’altra scuola della stessa città, l’Olga Fiorini, citatail 28 febbraio 2014 in un articolo di “Informazioni della Difesa”, la testata dello Stato Maggiore della Difesa. E ancora furono menzionate altre scuole, come il Collegio San Carlo di Milano, l’Istituto Europeo di Varese, il liceo Guido Carli di Brescia, il Majorana di Brindisi, il Carlo Anti di Verona, e anche alcune scuole della Campania, come i licei Garibaldi e Cannizzaro di Napoli e il Telesia di Benevento.Era, ed è, l’onda lunga del Decreto Interministeriale del 4/8/ 2010 (art. 1: “Applicazione della riforma delle istituzioni scolastiche alle scuole italiane all’estero, statali e paritarie”).
E il giorno prima della ri-proposta del “Tosi” ecco che si presenta anche “il liceo Parini” di Milano,il notissimo liceo che venne alla ribalta poco più di 40anni fa quando pubblicò un giornalino definito scandaloso, “la zanzara”. Piccolo gossip storico: in quei giorni l’indagine sul sesso promosso dalla giovane redazione suscitò, fra i bacchettoni del tempo, proteste e vivaci polemiche. Da quel nome, forse, il titolo della trasmissione radiofonica che oggi bacchetta i bacchettoni.
Torniamo a noi.L’idea del progetto culturale di grande prestigio. Il liceo quadriennale,ipotesi culturale in analogia a quelloche si sta diffondendo in Italia.
Ne vogliamo parlare oggi da pizzofalcone per Pizzofalcone, visto che fra i suoi anfratti edilizi ha sede l’ultra bicentenario Itituto di grande prestigio, la Nunziatella. Tanto perchénella “messa a punto” di Pizzofalcone, non si può prescinderedallo sviluppo inevitabile che si avrà con il completamento dei due “pozzi” di collegamento con la città, quella di Chiaja e del percorso veloce della metropolitana e quello verso Santa Lucia, davanti al Castel dell’Ovo, sul percorso “a mare” che costeggia il “fronte del Golfo”. I due pizzi di Pizzofalcone. Quasi a fare “il verso” al 2pizzi, il copricapo mitico degli Allievi e degli Ex Allievi della Nunziatella.
Che analogia!
E forse non a caso il riferimento di questo “pezzo” si rivolge all’Istituto di Busto Arstizio.Il “Tosi” è un Istituto tecnico. Se il primato della cultura nobile ha sempre fatto riferimento al liceo, il ciclo della scuola superiore, oggi la specializzazione tecnica riscuote grandi consensi e accresce il numero degli iscritti.
L’Istituto tecnico Tosi di Busto Arsizio
Al Tosi, già da alcuni anni si alternano studio e lavoro ed esperienze con gemellaggi all’estero (Manchester) per esperienze formative con studenti europei. Forse l’esempio dell’Istituto “professionale” è il più rispondente allo spunto che qui si vuol proporre: se si tratta di Scuola Militare, la Nunziatella, si tratta di una scuola che indirizza, senza destinazione esclusiva, alla vita “delle armi” il futuro degli Allievi.
Scuola di vita alle armi che costituisce un contenitore di esperienze tecniche particolari. Esperienze che nei programmi formativi del ciclo scolastico quadriennale europeo introduce in modo più sistematico la parte “operativa”, secondo il percorso della interdisciplinarità.
La parte operativa è quella delle prime conoscenze della vita militare, come la stessa formula di Scuola Militare è il manifesto programmaticodei percorsi formativi dei giovani frequentatori proiettati verso le Accademie Militari.
Dato che il tempo della formazione deve essere intensificato per adeguare i programmi scolastici ai 4 anni del ciclo scolastico, tant’è che l’orario scolastico è ripartito in non meno di 35 ore settimanali, visto che nella Nunziatella già si svolgono alcune orenella seconda parte della giornata per la parte operativa, quellamilitare,didattica e pratica, per la simulazione che si vuol presentare non vi sarebbe un grande sconvolgimento di orari scolastici.
Servirebbe soltanto intensificare l’insegnamento delle lingue (l’introduzione della seconda lingua è obbligatoria) e razionalizzare la preparazione classica e scientifica tradizionale, rifasandola agli strumentitelematiciche consentono grandissima efficacia per l’accesso a notizie, informazioni di tutto lo scibile concentrato in minimi spazi-contenitori: librerie e biblioteche sono pressoché obsolete anche nelle nostre case.
Velocizzare la possibilità di apprendere vuol dire velocizzare le applicazioni della conoscenza e quindi rendere efficace l’operatività degli indirizzi culturali della scuola: esigenza che da molti anni riguarda la formazione di tutte le scuole superiori e chenon è solo esclusiva delle “quadriennali-europee”.
Non si intende, in questa sede, entrare nel vivo dei programmi didattici. C’è già tanta “carne al fuoco” e le Istituzioni “di istituto”, quella dell’Istruzione Pubblica e quella della Difesa, sapranno come progettarli.
Resta, per la Nunziatella, Scuola Militare, un aspetto non trascurabile. Cioè, gli Allievi con le stellette, sono immessi nell’arruolamento volontario delle Forze Armate, come sancisce “il giuramento” che pronunciano nella manifestazione militare che praticamente attesta ogni anno (a novembre per la Nunziatella)il loro ingresso all’Istituto. Con quello che comporta il diritto-dovere di un militare a tutti gli effetti. Così avviene, in data diversa, per tutte le altre Scuole-licei Militari :la Teulié a Milano, la seconda per l’Esercito, dopo la Nunziatella), il Morosini (a Venezia, per la Marina), la Dohuet (a Firenze, per l’Aeronautica).
Ma i giovani Allievi non potrebbero essere arruolati ad un’età inferiore ai 15 anni.
Perciò, se dopo aver frequentato la scuola secondaria, cioè le medie,compiono i 14 anni d’età, non può esser loro consentito l’accesso nella Scuola Militare.
Questo il primo scoglio. Non solo. Se oggi per esservi ammessi è indetto un concorso nazionale, non è certamente agevole per un giovanissimo studenterepararsi ad un esame impegnativo, quale è quello del concorsonazionale che ogni anno viene appositamente indetto, mentre si è già oberati dall’appuntamento finale della licenza media.
Tanto più che il concorso menzionato, con la proiezione dei quattro anni di scuola superiore che assorbirebbero il quinto anno,richiede parametri di ben altra valutazione rispetto a quelli attuali, e sarebbe perciò assai più gravoso per i giovani partecipanti.
Allora, la formula del “liceo quadriennale”, che nel nostro caso è “liceo militare quadriennale”, è sicuramente più idoneo se circoscritto soltanto secondo biennio del nuovo ciclo scolastico.
Infatti, gli ultimi due anni del liceo dell’ordinamento attuale sono i più concreti, sia dal punto di vista formativo sia perché i giovani, nel sentire vicino il primo step del passaggio fra l’adolescenza e la maturità,vivono con maggiore consapevolezza il tempo delle scelte. E, di fatto,alla Difesa servono giovani con motivazioni consolidate, dato che per le nuove leveè costantemente impegnata per migliorare ed accrescere la qualità della Formazione cercando, naturalmente, di evitare quanto più è possibile le eventuali e successive defezioni per non disperdere le risorse impegnate.
Ma la proposta enunciata è possibile? :
certamente, basta occorre rifasarla alle strutture esistenti. Ripercorrendo la storia della Nunziatella leggiamo alcune trasformazioni avvenute circa 150 anni fa (“Il centenario del Collegio Militare Nunziatella”, di Giuseppe Ferrarelli, Ed. Ass. Naz. Ex Allievi Nunziatella, 1987, Napoli). Scopriamo ad esempio che nel 1870 i corsi furono ridotti da tre a due anni. Ma si trattò di un periodo breve, e nel 1873 la durata dei corsi ritornò ad essere ditre anni.
Era un momento di crisi economica. Passò presto e gli anni di frequenza aumentarono addirittura a quattro (1877),eppoifino a cinque (1885)pareggiando con gli analoghi istituti germanici (anche allora, in specie dopo Sadowa e Sedan,quel confronto era d’obbligo).Inoltre fra il 1865 ed il 1869 il numero degli Allievi da 138 scese a 98, per poi essere “rimpinguato”dall’immissione di 59 Allievi provenienti dal Collegio Militare di Milano (l’odierna Teulié), che era stato chiuso per esigenze di cassa (la spendingreviewc’èsempre stata….).
Tanto viene citato perché se qui si propone una riduzione degli anni di frequentazione da tre a due e se si riduce il numero degli Allievi,ad esempio finoa 120, le motivazioniche oggi ne suggeriscono questo“cambiamento” non sono proprio le stesse di quelle avvenute nella storia e qui ricordate,che poi non furono le sole. Se si vuole ammodernare er rendere efficiente una struttura scolastica richiedono un po’ di inventiva. Basta valutarla e renderla possibile ed efficace per gli scopi che vogliono raggiungere.
Il cambiamento serve per mantenere, rinnovando le proprie radici e consolidarle per domani.
Foto-copertina di “quella prima Scuola … ”: LA RIQUALIFICAZIONE DELLE SCUOLE MILITARI“Informazioni della Difesa” – 28 febbraio 2014
Quale configurazione avrebbe l’eventuale adesione a questa trasformazione.
Il programma scolastico biennale ipotizzato concluderebbe il ciclo quadriennale degli istituti sperimentali europei. Vale comunque precisare, secondo le ultimissime notizie, che la fase sperimentale sta per essere superata (notizia dell’ultima ora che presto verrà ufficialmente divulgata) essendo prossima la decretazione di un provvedimento legislativo che indurrà, forse con gradualità, la trasformazione del ciclo superiore della scuola dal tradizionale modello quinquennale a quello quadriennale-europeo, il cosiddetto “baccalaureato”.
Occorre anche rilevare che questa iniziativa suggerisce altre occasioni per sviluppare sinergie formative, ad esempio con l’ Università “Parthenope”, guarda caso adiacente al “Rosso Maniero”, che dal 2010, ha avviato Dipartimenti di Studi Aziendali, di Economia, di Giurisprudenza e Scientifici e, recentemente, quello di “Scienze Motorie e del Benessere”, favorendo “affinità possibili” per promuovere una didattica interculturale e integrata per le giovani leve che dovranno accedere al mondo del lavoro.
Ingresso all’Università Parthenope e scorcio del manufatto degli ascensori di Pizzofalcone, in disuso e fatiscente.
Se poi si vuol parlare degli effetti culturali a Pizzofalcone, non si può prescindere dal bacino promozionale e formativo di continue iniziative di largo respiro che l’ “Istituto Italiano di Studi Filosofici”, con sede ancora a Palazzo Serra di Cassano, a due passi da Largo Nunziatella e dal Palazzo Pacanowsky della Parthenope.L’Istituto sarebbe oggi in fase di trasferimento nella Caserma Bixio, e quasi in coabitazione con la Nunziatella, anch’essa in fase di ampliamenti e di ristrutturazioni (se n’è accennato in un precedente articolo) con la quale dal 1987 ha istituito uno stretto legame per la diffusione di iniziative editoriali e promozionali. E Monte Echia risorgerebbe riscoprendo la sua genesi di polo culturale di indubbia risonanza europea.
Palazzo Serra di Cassano. Ingresso a Via Monte di Dio
Palazzo Serra di Cassano. Ingresso interno,sededell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici
L’ingresso alla Caserma Bixio, in fondo a Via Monte di Dio, a circa 300 metri dal Palazzo Serra di Cassano
……….AL SAPER FARE
Ma per saper fare non basta solo sapere. Servono gli strumenti. E per strumenti si parla di sede e di strutture adeguate.
Per questo si è pensato ad una dimensione adeguata al fine che si vuol ottenere: l’eccellenza della formazione. Eccellenza di cui la Scuola, il Rosso Maniero, come affettuosamente la chiamano generazioni di Allievi e di Ex Allievi, nella sua Storia ultrabicentenaria (dal 18 novembre del 1787!), ne ha tante da dire!
Ma questo non è il momento di ritornare alla sua Storia. Che è quella d’Italia da oltre 2 secoli.
Ritorniamo a quanto è stato accennato nella prima parte della proposta. Si ipotizza, cioè, un numero massimo di Allievi. 120 Allievi e Allieve (la presenza femminile risale ad una decina di anni anche nelle Scuole Militari). I corsi sarebbero 2, distinti in 60 Allievi e Allieveper ogni corso.
Ma comunque, l’adeguamento agli indirizzi di questa proposta non risultanogravosi edi difficile soluzione se proposto in una struttura non adeguata alle esigenze di un istituto moderno?
Quali soluzioni e/o modifiche?
E’ necessario uno spazio consono alle “attività motorie”?:
el 1877 fu realizzata la “Cavallerizza”, grande volume interno destinato ad essere un maneggio per l’equitazione. Poi divenne Palestra. Da alcuni decenni è diventato Mensa Allievi.
La ex cavallerizza divenuta mensa Allievi primi anni del ‘900
Nelle foto non si vedono, ma in adiacenza alla grande sala vi sono spazi che oggi sono destinati a depositi vasellame e ad attrezzature per la mensa: potranno essere destinati a servizi per la palestra, come depositi attrezzi, locali igienici di emergenza, vano massaggi,etc.
Altra immagine della mensa ex cavallerizza dei primi anni del ‘900
La mensa Allievi ex cavallerizza con diversa disposizione dei tavoli – anni 1950
E la mensa?:
dov’era“il Refettorio”quasi un secolo fa.
In fondo due grandi porte finestre con balcone vista a mare su via Caracciolo
In fondo sulla destra un grande ambiente che oggi è adibito a “sala convegno”
Il refettorio visto in senso contrario.
Dietro gli archi uno spazio per banchi di servizio, allo stesso livello delle cucine attuali e con ingresso che è adiacente ai vani della cucina attuale.
E dove studieranno gli Allievi?:
elle aule di oggi, che si affacciano sul Cortile Vittorio Veneto, ovvero il “Cortile Grande”, realizzate in una ristrutturazioni di qualche decennio fa.
Aule attuali che si affacciano
su Cortile Vittorio Veneto
Dove svolgono gli Allievi preparazioni separate o di gruppo?:
nella camerata, il dormitorio della foto successiva,com’eracirca un secolo fa, sita in adiacenza al vanodi accesso alle aule studio, che costituirebbe, visto il “taglio” del numero degli Allievi, unottimo spazio per attività di studio individuali e/o di gruppo (preparazione di ricerche particolari), tra l’altro con illuminazione naturale (finestre che si affacciano sul versante di Via Caracciolo…..),trasferendoledai piccoli spazi in ombra,perimetrati da pannellature mobili, disposti nel corridoio adiacente alla parete interna.
Va sottolineato in particolare che in questaipotesi di adeguamento funzionale, dovrebbero essere conservate il più possibile le camerate uniche: è ormai confermato dalla psicanalisi che il sonno “insieme” accresce la formazione del sentire comune,presupposto formativo essenziale per costruire “l’appartenenza”, quel legame che fa crescere i giovani nella condivisionedella vita di tutti i giorni.
Non solo nella vita miitare! Andrebbero così conservate le “camerate” esistenti, certamente sufficienti ed idonee in specie dopo la proposta riduzione del numero degli Allievi.
La “sala scherma”, com’era ai primi del secolo, ancora oggi
funzionante e idonea a competizioni a livello nazionale
Da una foto di circa 90 anni fa, il “Cortile Veneto”, detto “cortile grande”, luogo di eventi e di attività ginnico-sportive e di esercitazioni ilitari
Costi della nuova disposizione degli ambienti:
“il cambiamento” prevede modifiche che non sono altro che un ritorno all’antico, eper quanto qui elencato brevemente, non si ritiene che i costi possano superare i 2 milioni di euro.
Le altre modifiche, sarebbero soltanto di “manutenzione ordinaria”, trattandosi semplicementeditrasferimenti di funzionidelle attività che sono in corso.Il rinnovo degli arredi (mobili ed intercambiabili per la nuova mensa-refettorio, palestra) non incidono particolarmente sui costi di massima.Certamente occorrerà intervenire sull’ammodernamento degli strumenti e delle attrezzature per una didattica al passo con i tempi.
Ristrutturazione amministrativa del nuovo inquadramento:
il numero degli Allievi, come indicato in precedenza, dovrebbe essere di un massimo di 120 frequentatori.La foto che segue, la 1^ compagnia del corso 1960, ne conta 128, con 4 ufficiali.
Il Cortile Piave del Rosso Maniero, detto “cortile piccolo”, praticamente una grande chiostrina interna, luogo di “ordine chiuso”, cioè di attività di esercizi militari e di attività ginnico-sportive all’aperto.
La riduzione dei frequentatori si ripercuote sul contenimento dei costi per Allievo che l’Amministrazione sostienee sul numero inferiore del personale militare di inquadramento, oltre a quello dei docenti. A tale riduzione, se si incrementa la retta annuale riportandola a quella di oltre 70 anni fa, ovvero a quella che era proprio negli anni 1950 e 1960 (ma anche, pariteticamente, a quella che era già nel 1937), uniformandola allo stipendio mensile di un dirigente di livello medio delle Amministrazioni Pubbliche, si avrebbe un ulteriore sgravio di oneri. Ma quest’ultimo “risparmio”, che non è eccessivo, potrebbe essere accantonato per favorire l’accesso e/o il sostegnoper i giovani di ceti meno abbienti prescelti nei risultati concorsuali e meritevoli di tali benefici.
A margine, si fa presente che gli Allievi, inquadrati militarmente, godono di una diaria di circa €3,00, e questo comporta già un enorme contributo per le risorse delle famiglie.
Negli ultimi tempi, come già accennato in altro articolo, si diffondono iniziative di grande risonanza che coinvolgerebbero significative trasformazioni urbane ed importanti trasferimenti: una triangolazione che coinvolge ed interessa il Comune di Napoli, la Difesa, il Ministero degli Interni ed il Demanio Pubblico. Le dismissioni di proprietà pubbliche coincidono con la necessità di rinnovare le attività che hanno sede nelle Caserme Nino Bixio,Nunziatella (dal 1983 la Scuola Militare è Caserma) e quella intitolata all’Ex Allievo (1842) ”Gen. Nicola Marselli”.
L’inconfondibile preminenza del Rosso Maniero su Pizzofalcone
Ma i tempi di attuazione di queste iniziative non saranno certamente brevi e la previsione dei costi sembra che siano assai consistenti (qualche decina di milioni di euro? ). . E’ vero che questo studio, molto contenuto, otrebbe risolvere nell’immediato tanti problemi e oltre a risolvere alcune esigenze funzionalidella Nunziatella, viaggerebbe nell’auspicata rinascita di Pizzofalconeper una nuova Storia di Napoli.Merita attenzione ilD.P.R. 15/11/2012, n. 236, decreto che disciplina “i lavori che hanno dei requisiti giuridici di personale di leva-volontaria, sul territorio nazionale finanziati dalla NATO o da Paesi alleati ovvero da altre organizzazioni internazionali, ed interviene per opere di ristrutturazioni e di ammodernamento di strutture e infrastrutture”, cui si potrebbe ricorrere per sostenere quanto più è possibile, se non sostenerli per intero, gli interventi qui proposti. Altri “sostegni” finanziaripotranno venire dal Ministero dell’Istruzione (M.I.U.R.), visto che, come citato, le scuole superiori quadriennali-europeeverranno regolamentate dal 2017 con apposito decreto. Restano da definire, in questa idea, le aree destinate alla mobilità ed ai parcheggi interni dei mezzi a servizio della Scuola. Il problema è preminente se si vuole ammodernare e rendere efficace ogni iniziativa progettuale. Verrà trattatonella prossima edizione.
Busto Arsizio era già qui