D I C E M B R E
la fine dell’anno
Venezia, teatro La Fenice – disegno del Palco Reale – 1996
dono di GOMAS
l’hanno che finisce porta scoppietii e feste, balli in maschera e champagne, gozzoviglie e baci. E abbracci sparsi.
Eppoi tanta musica, on the road, nelle piazze, in the square, nei templi della religione. E nei Teatri, ma quasi sempre negli stessi Teatri, ad ascoltare il ritmo e la cadenza che un certo Radetzky, nella qualità di Maresciallo supremo eccetera eccetera imprimeva ai bianchi soldati asburgici, così come ce lo racconta magistralmente un pezzo di Strauss, Johan padre, uno dei tanti Strauss, la Radetzky-Marschopera 228 che segna il Capodanno per tutto il mondo televisivo e internettale, alle 12,00 dall’orchestra Wiener Philharmoniker, il nome della celeberrima Orchestra Filarmonica nella sala del Musikverein, il Teatro di Vienna.
Ma quest’anno si sperava che per il Capodanno del 2017 si tornasse al “La Fenice” di Venezia, il bellissimo Teatro risorto d’incanto dopo il rogo del 1996.
Appunto 10 anni dopo. Non si dica perché ricorre l’anno di Kobarid, cioè Caporetto (fa pure male riscriverlo…..). Ma almeno per ricordare la ri-nascita di uno dei templi della musica che, vivaddio!, sono in Italia. Questo allegro Paese, dedito alle note musicali e, perché no?, a tant’altro meno aulico e nobile che dimentichiamo.
E invece no. Anche stavolta il Maresciallo Radeztky sarà al centro delle orecchie planetarie.
Ed allo scrosciare di battimani. Quasi per esorcizzare quello sgarbo di Vittorio Veneto, di un Diaz che ha nome catalano ma sangue napoletano.
E di rimando, pizzofalcone dedica la sua copertina di fine anno al La Fenice.
Presenta il disegno di GOMAS, un altro dei nunziatelli (siamo tanti….!), Guido Luigi Gonzo – corso 1952, che ci ha lasciato però il suo zaino, per noi e anche per voi, con i suoi ricordi. Con Lui questa copertina esalta l’arte di questo Stivale bistrattato inutilmente perché sempre risorge, e della sua Venezia.
Venezia? Venezia, che con Napoli costituisce il più affascinante “canto e controcanto”di questo Mediterraneo, ahinoi!, invaso da barche, da barconi e dai gommoni della disperazione, da parolai, da vedette armate, da speculatori senza dignità.
Il mese di dicembre è stato funestato da qualcosa di sanguinoso che si ripete da parecchi’ormai.
Il racconto GRANDE E’ LA GUERRA stavolta è breve, una parentesi simpatica, parlando intorno alla guerra, della “guerra con i baffi”: storielle quasi divertenti, vere, di due di noi, Lucio Martinelli e Nunzio Seminara, un po’ di nepotismo al, che ricordano alcune parentesi di vita militare con un po’ di nepotismo al contrario (riguarda i rispettivi Papà). Vite di famiglia come tanti abbiamo, che al di là del tema che è simpatico, rappresenta lo specchio del mondo di quegli annidi primo secolo, l’altro!, e di un’80ina di anni fa, che ci riporta ai costumi ed al modo di vivere di quei tempi. Che deve aiutare a capire anche le cose che quegli anni erano un po’ meno simpatici fra le mitraglie delle trincee e gli assalti nella nebbia.
Scopriamo, sorpresi e quasi divertiti, nel proporre uno stralcio di vita parlamentare del 1913, quando MONTE ECHIA vinceva: vinceva, guarda caso, una gara per frenare le frane di Pizzofalcone con l’esecuzione di opere di consolidamento. Proprio come oggi per le stesse motivazioni tecniche qui esposte! E, ironia della cronaca, la ditta indicata nell’atto parlamentare, aveva per nome “Semen”, quasi l’anagramma di Nunzio Seminara, il Direttore Responsabile di questa testata e autore dei “pezzi” su Pizzofalcone e la natura del suo sottosuolo. Chicca divertente, ma, chissà, premonitrice?
Torniamo poi al pallonetto, riprendendo i consigli dell’Ironman Marcello, l’atletico multiforme Vigliotta, che giustamente indica il percorso della salute e della preparazione atletica per un corretto avvicinamento alla disciplina sportiva, che dal triathlon si diffonde da un po’ fra amatori, dilettanti e professionisti. Dài!, prepariamoci tutti.
Il pizzing del mese è alquanto sarcastico: la vicenda della vigilia di Natale che ha visto sì, un passo positivo nella guerra, ormai mondiale, verso chi assale il mondo occidentale, almeno una volta!, e tra l’altro con due Italiani della Polizia di Stato sull’altare, rileva una caduta di stile che le Istituzioni potevano risparmiarci.
Chissà l’anno che verrà.
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